Nella giornata del palio di Siena, venerdì 16 agosto, un gruppo di attiviste del movimento antispecista Ribellione Animale ha tinto di nero l’acqua della Fonte Gaia, in segno di lutto, per tutti i cavalli morti negli anni durante il palio o a causa di questa ricorrenza. Rimaste per più di un’ora dentro la vasca monumentale di Piazza del Campo, le attiviste hanno letto i nomi di tutti cavalli morti per ricordarli. Con quest’azione diretta, dopo anni di ostruzionismo da parte della Questura per manifestazioni preavvisate, si vuole denunciare in modo dirompente non la ricorrenza in sé, ma lo sfruttamento animale da cui ancora non si è emancipata. Sugli striscioni infatti si legge: BASTA SFRUTTAMENTO ANIMALE.
Lungi da pietismi paternalisti, le attiviste con quest’azione sottolineano, insieme al lutto per la morte di chi tra loro è stato tanto sfruttato da non avercela fatta, la solidarietà verso chi, nonostante le condizioni stressanti e le continue vessazioni, resiste come può alla propria oppressione. Il Palio è infatti solo una delle tante manifestazioni di specismo nella nostra società che in questo caso, proprio come nei circhi con animali, si traduce nella legittimità di disporre liberamente delle altre vite animali al solo scopo di intrattenerci, e che l’attuale governo ha proposto di far diventare patrimonio immateriale UNESCO(1).
Le giustificazioni di questo sfruttamento spesso riguardano una presunto istinto naturale di correre da parte del cavallo, o la presenza di pochi (ma assolutamente inefficaci) controlli veterinari. In realtà sono ormai numerose le evidenze scientifiche che dimostrano che la corsa è un’attività pericolosa che mette a serio rischio la salute dei cavalli di qualunque sorta. E se è opinione comune che le corse nei palii siano meno pericolose di quelle dell’ippica, uno studio del 2010 condotto dall’Università di Parma(2), che compara le patologie traumatiche dei cavalli da ippodromo e da corse storiche, smentisce questa idea mostrando che non esiste differenza in termini percentuali tra incidenti nelle corse regolari e nelle corse storiche. Non solo, nella conclusione dello studio si legge che “è stato ampiamente dimostrato che molte delle lesioni che si verificano nei cavalli da corsa non sono il risultato di eventi accidentali casuali, ma l’esito di un processo cronico, spesso associato ad un’usura eccessiva delle strutture corporee”. Proprio al Palio di Siena, il 16 agosto dello scorso anno, Abbasantesa e Antine Day si sono infortunati e hanno dovuto subire un ricovero in una clinica veterinaria dove sono stati operati per le fratture riportate.
Non si tratta però solamente di un’attività lesiva per la salute dei cavalli, ma che ne forza anche il comportamento. I cavalli sono animali estremamente sociali, che in natura vivono in branco. Passare la vita reclusi e in solitudine non è quindi nella loro etologia(3). Nessun cavallo ha l’istinto naturale di correre per superare gli altri, lo fa perché sta fuggendo da qualcosa, insieme a tutti gli altri cavalli in pista: è l’essere umano che lo costringe a performare per un suo desiderio. La corsa in sé in quelle condizioni è un elemento di forte stress per il cavallo e per il suo organismo, e, sottoposto a punizioni continue (frustate) e sfiancamento fisico, la corsa è tutto tranne che un’esperienza piacevole, figuriamoci “naturale”.
A riprova di quanto appena scritto, sono significativi i casi degli animali che si ribellano a simili prestazioni, come quello del cavallo Tornasol che, nel 2017, rifiutatosi di partecipare alla competizione, costrinse gli organizzatori a ritirarlo. Al momento di dirigersi verso i canapi per iniziare la corsa infatti, Tornasol ha opposto un netto e deciso rifiuto, ribellandosi per quasi due ore ai tentativi da parte del suo fantino di indirizzarlo verso gli altri cavalli, pronti a partire, e facendo tardare la competizione. Non c’è stato niente da fare, dopo aver provato e riprovato gli umani hanno dovuto accettare la sua decisione e ritirarlo dalla gara, facendo sì che, per la prima volta, a un cavallo senza problemi fisici fosse consentito di non correre. Frutto di un’inequivocabile autodeterminazione, Tornasol avrebbe scelto di non partecipare ad una manifestazione pericolosa, nella quale sono morti – considerando solo i decessi confermati dal Palio stesso – oltre 40 cavalli dal 1970 ad oggi, e dal quale innumerevoli ne sono usciti feriti.
Lo specismo ha macchiato poi anche le Olimpiadi appena passate, in cui i cavalli sono gli unici animali non umani ad essere impiegati, e durante le quali ha fatto scandalo un video in cui l’atleta britannica Charlotte Dujardin frusta ripetutamente un cavallo. L’onda del cambiamento ha coinvolto però anche i giochi, dato che nell’ottobre del 2023 il Comitato Olimpico ha fatto un primo passo decidendo di eliminare la prova di equitazione dal programma del pentathlon moderno a partire dai Giochi di Los Angeles 2028, che sarà sostituita da una prova di corsa a ostacoli.
Bisogna, per l’appunto, tenere presente che non è impossibile che le tradizioni popolari continuino ad essere portate avanti smettendo allo stesso tempo di sfruttare animali. Se è vero che sono oltre 1000 le manifestazioni popolari e tradizionali con animali in Italia, diverse hanno deciso di farne a meno(4). Tra queste citiamo il Palio di Lodi, che dal 1986 vede gareggiare solo dei colorati cavalli meccanici cavalcati da dei fantini e spinti da corridori, e la festa del Gallo di San Rocco che si celebra a Roccavivara (CB) tradizionalmente tramortendo a morte un gallo con una verga, ora sostituito da un finto animale di gesso. Altri esempi esteri sono le corride, bandite dalle Isole Canarie, o i rodeo vietati da sempre più città negli USA.
Ma oltre al costo di vite animali, quali sono gli interessi che muovono il Palio di Siena? Il vero giro di affari che circonda il Palio non sarà mai completamente ufficiale. Perché oltre ai resoconti del Comune (di cui non si hanno dati aggiornati, ma che per l’organizzazione del Palio nell’anno 2013 ha speso 810mila euro e nell’anno 2015 864mila euro)(5), alle sovvenzioni attraverso le cene ufficiali, all’indotto su alberghi e ristoranti, c’è il mondo sommerso che gira intorno ai pagamenti per le prestazioni dei fantini, di cui si fantastica nei bar oscillando tra cifre irrisorie a cifre da da capogiro; ci sono le donazioni a favore delle contrade da parte di nobili, associazioni o semplicemente benestanti; c’è il giro delle scommesse clandestine.
Ben consapevoli delle manfrine a proposito del benessere degli altri animali propinate da chi organizza, sostiene o difende l’asservimento degli stessi per intrattenersi, non si può che rispondere con ancor più solida fermezza che, intrattenimento o tradizione che sia, le loro vite non ci appartengono e che quindi qualsivoglia interesse economico o di altra natura non ha alcuna rilevanza rispetto alla dignità di cui ogni vita animale, poco importa la specie di appartenenza, deve poter godere.
L’azione di denuncia si inserisce quindi tra le manifestazioni di solidarietà verso chi ha una voce che, chiara e forte, si ribella al proprio assoggettamento, ma che puntualmente non si ha interesse nell’ascoltare. Cosa comporterebbe infatti iniziare a considerare tutti gli animali sfruttati come portatori di una volontà e capaci di resistenza?
Il movimento Ribellione Animale, a partire dal nome, prende spunto da tutta la forza e il dolore di tantissime vite oppresse e resistenti per amplificarne la portata attraverso la disobbedienza civile nonviolenta.
Per tutti i cavalli deceduti di cui non conosciamo nemmeno il nome e per tutti coloro che invece possiamo nominare: per Orbetello, per Rio Marin, per Teseo I, per Ballera, per Zurigo, per Zirbo, per Quebel, per Casperia, per Niagara, per Volturno, per Alessio De Ozieri, per Black Magic, per Bandida De Rio-ros, per Tessera, per Cinzano III, per Claudia IV, per Bambola De Ploaghe, per Cassius, per Bramante III, per Balente, per Trebbiano, per Emiro Benny, per Bizzarro, per Brandano, per Italicu, per Vienna Girl, per Gaucho, per Sorano, per Siecolo, per Victoria Principal, per Eugenio, per Way To Sky, per Pinturetta, per Minoredda, per Solstizio D’estate, per Lobis Andrea, per Tuareg, per Braccio Di Ferro, per Amoroso, per Giove Deus, per Messi, per Periclea, per Raol.