AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DI RIBELLIONE ANIMALE AL VILLAGGIO COLDIRETTI, VENEZIA: “Basta sfruttamento animale”

Azione diretta nonviolenta al Food & Science Festival: attiviste antispeciste interrompono la conferenza di Levoni imbrattando il palco

Venezia, 29 giugno 2024 – Oggi, alcune attiviste del movimento antispecista Ribellione Animale hanno portato avanti un’azione diretta nonviolenta di disobbedienza civile presso il Villaggio Coldiretti, al fine di denunciare lo sfruttamento degli animali perpetrato dall’organizzazione. Le manifestanti hanno sostato nell’area espositiva degli animali cosiddetti “da fattoria”, evidenziando l’ipocrisia dell’industria alimentare e il modo in cui Coldiretti sfrutta gli animali a scopo di lucro. Con cartelloni antispecisti e cori, il movimento ha richiamato l’attenzione sulle gravi problematiche legate agli allevamenti, intensivi e non, e sulla necessità di un cambiamento radicale nel sistema alimentare verso uno a base vegetale.

Va inoltre ricordato che Coldiretti annualmente incassa quasi 35 milioni, più i contributi pubblici. Le risorse vengono usate per pagare profumatamente i dirigenti, attrarre talenti dalle concorrenti e dalle strutture ministeriali. Coldiretti è infatti la principale organizzazione degli allevatori e coltivatori italiani, contante quasi 340 mila aziende iscritte, il 35% del totale censito dalle Camere di Commercio, e detiene il primato anche nella superficie destinata ad allevamenti, quasi il 41% del totale. Nel corso degli anni la confederazione guidata da Ettore Prandini si è guadagnata un ruolo di primo piano nel panorama politico tanto da aver trovato posto al tavolo del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, ricostituito per volontà del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il movimento esprime forte critica nei confronti della romanticizzazione degli animali da fattoria e della loro esposizione come meri oggetti di intrattenimento. Se infatti è inaccettabile e folle il trasporto di animali in contesti come quello di Venezia, la tutela di questi esseri viventi è spesso trascurata a favore di interessi economici: la logica promossa da Coldiretti privilegia il profitto a discapito del benessere di tutti, in primis delle altre specie animali sfruttate e uccise quotidianamente.

L’azione si inserisce nel contesto della campagna nazionale Futuro Vegetale, iniziata il 31 marzo con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. Da allora se ne sono susseguite molte altre, alcune delle quali sempre presso sedi o villaggi di Coldiretti, come nelle città di Torino e Palermo. Gli obiettivi della campagna indirizzata al governo sono due: lo stop dei sussidi pubblici agli allevamenti, alle attività ittiche e venatorie; spingere alla riconversione delle aziende in attività a base vegetale.

Con sempre più frequenza e sempre in più persone, le azioni andranno avanti. Finché il governo italiano non smetterà di sussidiare l’industria della morte e non aiuterà le aziende a riconvertirsi in attività a base vegetale, il movimento continuerà a fare pressione fino a che sarà necessario.