Al centro, sulla destra, Laura Zorzini, attivista nonviolenta di Ribellione Animale.
Richiesta la sorveglianza speciale per Laura, attivista di Ribellione Animale che pratica da anni disobbedienza civile nonviolenta in difesa del clima e degli animali non umani.
Udienza e presidio di solidarietà martedì 16 aprile alle ore 9.00 di mattina presso il tribunale di Trieste.
Laura Zorzini è un’attivista del movimento antispecista Ribellione Animale.
Ha 29 anni e sin dall’adolescenza è in prima linea per la giustizia climatica e per la Liberazione animale. Ha sempre praticato Resistenza civile attraverso metodi esclusivamente nonviolenti.
Lo scorso sabato 30 marzo, su richiesta del questore della città, la Digos si è recata presso la sua abitazione a Trieste per consegnarle la comunicazione di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di 2 anni.
Laura è quindi considerata una criminale dallo stato italiano, a tal punto da dover ricorrere al Codice Antimafia per impedire che possa continuare a battersi per i diritti degli animali amplificando la voce di tutti i miliardi di individui rinchiusi negli allevamenti, seviziati nei circhi e negli zoo, sgozzati nei mattatoi.
La notizia arriva in un contesto di repressione di ogni manifestazione del dissenso sempre più severa e iniqua da parte del Governo in carica. Una persona comune che si batte per il riconoscimento della dignità di ogni vita e porta avanti istanze costruttive rivolte alle istituzioni viene dipinta come “dedita alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”.
Di fronte all’accanimento repressivo nei suoi confronti, Laura Zorzini dichiara:
“Ho gli occhi pieni di orrore davanti alle immagini di animali morti, torturati, terrorizzati, traumatizzati da sofferenze atroci mentre giacciono prigionieri della nostra crudeltà e cupidigia, al freddo, dentro le gabbie degli allevamenti, appesi a testa in giù ai ganci dei macelli con il sangue che gocciola mentre esalano il loro ultimo respiro. Vedo gli spasmi d’angoscia delle madri a cui vengono strappati i cuccioli, mi scendono le lacrime mentre i figli si lacerano le gole chiamando incessantemente la protezione, il calore e il latte materni; famiglie dilaniate e smembrate in pezzi di carne da vendere al supermercato. Sono stata di recente davanti a un mattatoio: arrivavano i camion carichi di agnellini terrorizzati e uscivano celle frigorifere intrise della nostra brutalità. Credo che ciascuna di noi dovrebbe sentire l’odore acre di morte nelle proprie narici per poter risvegliare la propria coscienza e decidere di non essere più complice di un sistema specista basato sul predominio e sullo sfruttamento. Ho un rapporto intimo con il dolore, pervade il mio corpo che scelgo di far diventare uno strumento per denunciare le atrocità e l’ingiustizia del mondo che mi circonda. Sono qui per tracciare una linea netta in difesa della dignità e della vita degli animali non umani e per invitare tutte noi a riconoscere come abominevole e spaventosa la facilità con cui usiamo la violenza sulle altre specie, ergendoci a padroni del sangue che scorre nelle vene di corpi che non ci appartengono.”
Martedì 16 aprile alle ore 9.00 si terrà l’udienza presso il tribunale di Trieste, il quale accoglierà o respingerà la richiesta della sorveglianza speciale. In concomitanza, Ribellione Animale ha organizzato un presidio di solidarietà al quale è invitata a partecipare tutta la cittadinanza.