Basta animali nei circhi. Kimba – Ruggiti di libertà

Azione diretta nonviolenta a Piazza del Popolo.

Ribellione Animale pittura con vernice rimovibile la Fontana dei Leoni di Piazza del Popolo a Roma:
“Basta animali nei circhi”

Nella mattina di giovedì 1 febbraio, due attiviste di Ribellione Animale, con un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, hanno colorato i leoni sotto l’obelisco di Piazza del Popolo a Roma. Dopo aver versato vernice rimovibile sui leoni di marmo, le attiviste hanno steso uno striscione e si sono sedute sui gradini del monumento. Nei loro discorsi e sullo striscione la denuncia: “Basta animali nei circhi”.

L’azione apre la Campagna Kimba – Ruggiti di libertà, campagna di disobbedienza civile nata ed ispirata dalla Ribellione di Kimba, il leone prigioniero scappato dal circo lo scorso 11 novembre a Ladispoli. Costretto a esibirsi quasi ogni giorno per poi tornare in un’angusta gabbia, Kimba sceglie di fuggire dal regime di agonia e sfruttamento a cui è sottoposto. La fuga di Kimba è quindi un atto di Ribellione, di Resistenza e di autodeterminazione dal quale, come esseri umani, abbiamo tutto da imparare. Attraverso le azioni dirette nonviolente, il movimento Ribellione Animale vuole ottenere l’abolizione dell’utilizzo degli animali non umani nei circhi e la loro Liberazione.

La situazione nei circhi italiani è abominevole, gli animali sono costretti ad assumere comportamenti mai visti in natura, subendo maltrattamenti nocivi al benessere di qualsiasi essere vivente e degradanti per la loro dignità. Lo sfruttamento animale che avviene nei circhi è violento e opprimente. Tali pratiche non hanno alcun valore educativo o culturale, ma seguono solamente la logica specista di dominio e sfruttamento.

I circhi italiani ogni anno ricevono pieno sostegno dal ministero della Cultura che finanzia le loro attività attraverso il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Il ministro Gennaro Sangiuliano il 23 maggio 2023 ha staccato un assegno da 8,6 milioni di euro a sostegno delle attività circensi, incluse quelle che sfruttano animali non umani.

In Italia attualmente ci sono 54 circhi con animali non umani in tournée, per un totale di 2000 animali esotici coinvolti. Sono invece già più di 50 i paesi nel mondo che hanno vietato l’uso degli animali nei circhi in diverse forme; solo in Europa, lo sfruttamento animale da parte delle strutture circensi è bandito in 17 paesi.

Come movimento di Resistenza civile nonviolenta, Ribellione Animale chiede al Governo italiano di porre fine allo sfruttamento degli animali nei circhi su tutto il territorio nazionale, emanando immediatamente un decreto legislativo che attui il comma 1 dell’articolo 2 della legge n.106/2022.

La legge n.106 del 2022 è stata già approvata dal Parlamento ed è quindi in vigore, ma il Governo non la sta rendendo effettiva, ma anzi continua a finanziare questi soprusi.

Ribellione Animale chiede inoltre che tutti gli animali attualmente costretti ad esibirsi nei circhi italiani vengano liberati e reinseriti nel loro habitat naturale ove possibile, oppure che vengano trasferiti in Santuari per animali esotici, con spazi conformi alla loro etologia ed in grado di provvedere ai loro bisogni.

Laura, attivista di Ribellione Animale, dichiara:

“Sento il bisogno di riportare il focus su quanto spazio ci prendiamo da secoli come esseri umani senza alcun rispetto per gli abitanti di altre specie, considerandole asservite al nostro diletto, come nel caso delle attività circensi, uno strumento della nostra crescita economica sconfinata. Questo pensiero è riconducibile a un paradigma antropocentrico in cui l’uomo è misura di tutte le cose, sentendosi in diritto di uccidere e sfruttare ogni vita si trovi sulla propria strada. Oggi scendo in azione per mettere in luce come le attività circensi abbiano le mani macchiate di sangue nel perpetrare questo sistema di sfruttamento, in cui gli animali non umani vengono esposti come oggetti. Ho scelto di far divenire il mio corpo e la mia voce uno strumento per denunciare le atrocità racchiuse all’interno di questi tendoni. Sento fortemente che il mio senso etico si oppone all’idea di essere complice di tanta sofferenza. Sono qui per porre una linea netta in difesa della dignità e della vita che scorre nelle vene degli animali non umani e per invitare tutte noi a riconoscere come legittima e preziosa la compresenza di specie viventi, in un mondo che ci sta sottraendo umanità e rendendo ogni giorno corresponsabili del dolore e della morte di vite che non ci appartengono.”